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Gio, Dic

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Il Social housing o housing sociale è una nuova forma di edilizia popolare che interessa alcune particolari fasce della popolazione. Un termine, quello del “Social housing”, entrato solo di recente a far parte del linguaggio comune anche se il suo significato sembra non essere recepito ancora con chiarezza.

Social housing: cos'è e come funziona

Il Social housing non deve essere confuso con l’edilizia residenziale pubblica (ERP) conosciuta più comunemente come casa popolare, diffusasi nel secondo dopoguerra in seguito a una forte domanda abitativa da parte dei gruppi sociali più poveri. Andiamo allora a scoprire cos’è il Social housing e tutto ciò che ruota attorno a questo nuovo strumento che sembra conferire all’attività edilizia una nuova valenza “sociale”.

 

Social housing – Di cosa parliamo?

In Italia quando parliamo di Social housing si tiene in considerazione la definizione data dal Comitato Europeo “Cecodhas” in merito alla promozione del diritto alla casa: «Social housing: l’insieme delle attività atte a fornire alloggi adeguati, attraverso regole certe di assegnazione, a famiglie che hanno difficoltà nel trovare un alloggio alle condizioni di mercato perché incapaci di ottenere credito o perché colpite da problematiche particolari». In altre parole, Il Social housing è una politica immobiliare che si basa sull’offerta di alloggi e servizi alle famiglie che hanno difficoltà nel trovare un’abitazione alle condizioni di mercato. Gli appartamenti e le case sono assegnati secondo canoni moderati (fuori dalle logiche di mercato) che normalmente non devono superare il 30% dello stipendio mensile complessivo degli assegnatari. Il Social housing, inoltre, riguarda per la maggior parte case in affitto permanente che vengono assegnate agli aventi diritto per un periodo di normale locazione residenziale (4 + 4 anni), rinnovabile al termine della scadenza del contratto.

Negli ultimi anni, la questione abitativa a seguito di fattori nazionali e internazionali si è trasformata, dando luogo a uno scenario nuovo e complesso relativo alla "domanda della casa". Accanto a quelle classi di popolazione che di diritto beneficiano da sempre dell'edilizia sociale, si sono aggiunte parti di popolazione del ceto medio che in precedenza non erano coinvolte dal rischio abitativo.

Con le nuove disposizioni normative infatti possono beneficiare del Social housing ulteriori categorie:

• giovani coppie;

• famiglie con reddito basso;

• anziani con una condizione economica non abbiente accertata;

• studenti maggiorenni che studiano fuori sede;

• le partite IVA.

Il Social housing va quindi a coprire una nuova area della politica abitativa che non era ricompresa nella tradizionale edilizia residenziale pubblica e che da questa si differenzia per la flessibilità, per il target (non i più poveri, ma una fascia più ampia di persone in difficoltà) e per i soggetti coinvolti (non solo gli attori pubblici ma anche il privato e il non profit).

Questa formula abitativa, di evidente impatto sociale, potrebbe essere una soluzione risolutiva per fronteggiare uno dei gravi problemi che angosciano molte famiglie soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo: il diritto a una casa.

Social housing – Obbiettivi e aspetti innovativi

Uno degli obbiettivi della Social housing è quello di garantire benessere abitativo e integrazione sociale. In un unico complesso possono trovare posto sia gli alloggi popolari che rispondono alle politiche di un ente pubblico, sia alloggi privati gestiti da Società di gestione del risparmio, Cooperative o Fondazioni. Inoltre vi è una particolare attenzione nella selezione degli abitanti, in modo da creare una comunità il più possibile ricca ed equilibrata: ogni progetto ha una quota di giovani, single, anziani, coppie, disabili. Tradizionalmente, invece, l'edilizia residenziale pubblica utilizza criteri burocratici oggettivi (liste e graduatorie) che non possono quindi tenere conto delle peculiarità e dei bisogni delle persone e della comunità.

Gli interventi di Social housing comprendono alloggi, spazi condivisi tra gli abitanti come accade anche nei cohousing (coabitazione solidale), spazi aperti alla città come piazze e aree verdi. Il contesto è gestito dalla Comunità degli abitanti, insieme al Gestore Sociale ( che svolge attività di formazione a cura della comunità) e la proprietà, in accordo, quando necessario, con il Comune di riferimento.

Accanto ai progetti delle istituzioni e delle società coinvolte, la futura comunità di abitanti grazie alla politica del Social housing viene coinvolta dal principio in un percorso di co-progettazione partecipata per fare in modo che il risultato sia il più possibile vicino alle esigenze delle persone.

In sostanza, potremmo dire che Il Social housing è un importante strumento perché attraverso la sua attuazione e diffusione si ottengono benefici per l'intera collettività: dalla promozione della coesione sociale sul territorio alla partecipazione tra il pubblico e il privato sul tema dell'abitare equo; dalla riqualificazione urbana al risparmio energetico. E se da un lato si interviene su un'area di disagio sociale non estremo (quella porzione che è esclusa dai benefici pubblici ma che allo stesso tempo è incapace di accedere al libero mercato) dall'altro si investe l'attività edilizia di una nuova valenza "sociale".

Social housing – Conclusioni

I meccanismi di condivisione non sono facili da attivare se non si pensano percorsi di accompagnamento degli utenti, servizi di supporto e di gestione che rafforzino le infrastrutture sociali della comunità. Queste premesse sono la base fondante del Social housing.

Con il Social Housing è necessario considerare i grandi cambi socio-demografici di questi ultimi anni che hanno già delineato nuove domande abitative, (molto diverse da quelle di cinquant’anni fa quando la famiglia tradizionale costituita da padre, madre e figli rappresentava il nucleo di convivenza dominante) per offrire un panorama abitativo in grado di soddisfare anche le esigenze dei single, delle persone divorziate, degli anziani che vivono soli e che esprimono la volontà di continuare a vivere una vita in piena autonomia.

Partendo da queste considerazioni e cogliendo le opportunità che offre il Social housing è possibile stimolare l’incontro all’interno di uno stesso spazio abitativo, ma anche la condivisione e la solidarietà, per arricchire di funzioni e di attività i luoghi dell’abitare contemporaneo.

Il Social housing, inserito in una politica abitativa più ampia e strutturata, può rappresentare il tassello mancante dell’offerta residenziale, offrendo un’opportunità concreta di mobilità abitativa.



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